mercoledì 19 novembre 2014

Considerazioni personali sulla mia Città degli Angeli

A Los Angeles tutto gira al doppio della velocità a cui sono abituata in genere.
Credetemi, non si ha tempo per fare niente altro, durante una giornata tipo, che girare o lavorare.
So che se non ci siete mai stati, stenterete a crederlo. Ma è così.
Distanze interminabili da coprire, per chi è meno fortunato, con bus e metro.
Questa Città degli Angeli mi assorbe completamente e mi ubriaca.
Alle volte mi confonde, ma non mi ha mai spaventata. Mai una volta che mi sia sentita in terra straniera, estranea, fuori posto. Questo, invece, mi succede nella mia città.
Spesso quando cammino mi chiedo "Dove sono? Che ci faccio qui?"
Lì tutto mi è così familiare e vivo la quotidianità con naturalezza, come se quello stile di vita mi appartenesse da sempre, come se non avessi fatto altro in tutta la mia vita.
Non appena arrivo a Los Angeles, Tac, in automatico mi adeguo perfino al cambio di fuso orario senza problemi. Quando invece torno ci metto settimane ad abituarmi a tutto.

A El Lay, tutto è sempre in continuo movimento. Niente è uguale al giorno precedente. Tutto cambia.
Che poi tutto questo vortice di cambiamenti non è necessariamente una cosa brutta. Anzi. A me piace e mi ci sono abituata, anche se non facilmente.
Los Angeles è quella che posso definire tranquillamente: "Un porto di mare''.
La gente è di passaggio. Viene, resta per un po' e poi inevitabilmente va via.
Ovviamente alcuni restano e ne fanno la loro casa, altri, i più fortunati, ci sono nati.
C'è un sacco di gente sola, senza considerare un intero popolo di homeless e persone che non stanno bene di testa.

Apparire sempre al massimo della forma fisica. ''Magro è bello, ma secco anche meglio''.
Conta molto come ti presenti e chi frequenti.
Il luogo in cui si passano più ore è la palestra. O a correre da qualche parte. Si ha un gran bell'imbarazzo di posti tra cui scegliere, tra parchi e zone dal panorama mozzafiato.
Curare il corpo è bene, forse lì è diventata una vera ossessione, ma anche occuparsi di coltivare le vere relazioni non sarebbe male.
Di vero c'è ben poco.
Eccolo il lato oscuro di El Lay.
Ma io l'ho sempre detto che non è Perfetta ! Ho solo detto che è Perfetta per me.
D'altra parte anche Wonderland di Alice, non era poi così perfetta.
E si impara anche quella giusta dose di cinismo, menefreghismo e mettere se stessi davanti a tutto e tutti. Cosa buona e giusta se fatta bene.
In vero, c'è chi ne abusa e non sa calcolare le misure, e così il confine con la str....ggine viene ampiamente superato.
Bisogna vive a LA per potere capire le dinamiche e adeguarsi, o morire sotto il suo peso.
Darwin Docet.

In tema di diversità, beh, ce ne sono tante: Popolari, culturali, sentimentali etc ...
Siamo due popoli diversi.
Noi viviamo nel passato, ci fregiamo di un passato che non ci appartiene più.
Loro vivono proiettati nel futuro.
Vanno avanti, vanno sempre avanti. Sono positivi e propositivi. Se cadono si rialzano più forti di prima.
Noi ci lamentiamo e non facciamo nulla per migliorare. Se cadiamo, restiamo a terra. Anzi, se possiamo ci trasciniamo dietro qualcun'altro.
Oltre ad essere bloccati e sinceramente a retrocedere, siamo legati al concetto verghiano della "Roba". Se abbiamo qualcosa ci aggrappiamo a questa, ce la teniamo stretta e la nascondiamo agli altri.
Loro condividono tutto. Si condividono gli spazi, gli appartamenti.
Ma lo hanno capito solo loro che una barca per andare andare avanti ha bisogno che ci stiano due a remare?
Qui il secondo remo mi sa tanto lo usiamo per darlo in testa a chi ci sta accanto, e continuiamo a remare solo con uno. Andando intorno.
E vivendo lì ti adegui. Ah se ti adegui !!! Non puoi mica fare l'italiano in America ! Intendo di mantenere le brutte nostre abitudini, non le buone.

Anche col lavoro ad esempio. 
Se abbiamo un lavoro, lo facciamo per tutta la vita. Non esiste cambiare. Sia perché magari adesso è complicato farlo, sia per il nostro attaccamento al concetto di ''Posto Fisso". 
Può essere che magari a 20 anni volevo fare l'avvocato e adesso invece voglio aprire una salumeria???
Non esiste !!! E poi la gente che può pensare??? 

I ragazzi vanno via da casa molto presto, intorno ai 18 anni.
Vanno a vivere nei college o con altri ragazzi. Si trovano un lavoro per mantenersi, generalmente cameriere, commesso o altro.
In Italia i "ragazzi" stanno a casa fino ai loro 40 anni suonati o finché non si sposano. Vivono alle spalle  della famiglia, perché fare il cameriere è un affronto troppo grande da sopportare. 
Stanno parcheggiati all'Univerisità perché tanto "paga papà" e perché non costa così tanto da non potersi permettere un buon numero di anni fuori corso. 
Non ci credete ? Il costo medio di un anno in una buona università, che poi ti consentirà l'accesso ad un buon lavoro, è di circa 60 mila dollari. E quando spendi 60 mila dollari per un solo anno, sicuramente non ti puoi permettere di andare fuori corso.

In conclusione, posso solo dire che Los Angeles è una città estrema.
O la si ama o la si odia.
Per citare uno dei film che adoro, e che ha rovinato la mia intera esistenza, parlo di"Pretty Woman" ovviamente:
"O l'ami o la detesti ... e se l'ami l'amerai per sempre, altrimenti imparerai ad apprezzarla, ma non la sentirai mai veramente!"


venerdì 14 novembre 2014

... E Comunque Magic Mike è Solo un Film. Serata ad uno Strip Club.

Ovvero, What Happens in Hollywood Stays in Hollywood.

Che non è altro che la formula rivisitata e corretta della più famosa "What happens in Vegas stays in Vegas". Ovvero ancora "Quella volta che decisi, goliardicamente, di andare a vedere uno spettacolo di Strippers".


Un venerdì pomeriggio, passeggiando per l' Hollywood Blvd, davanti ad un locale, un tizio mi da' un volantino invitandomi ad andare allo spettacolo della serata .
Distrattamente ci do' un'occhiata. Vedo una sfilza di uomini a torso nudo e pantaloni neri, messi in posa. Non mi ci volle molto a realizzare di che si trattava. Così decido, visto che questa è stata la vacanza del coraggio e delle prime volte (quasi per tutto), che era arrivato il momento di osare.
"Eh che cavolo ! E quando mi capita più ! Sarà come vedere Magic Mike dal vivo. Solo senza Channing. Le mie amiche in Italia, poi, se non vado, mi fanno nuova!!! In fondo non sto facendo nulla di male, vado solo a vedere uno spettacolo. E che sarà mai !!!!".
Così lo dico alla mia inseparabile amica di avventure Losangeline. "Marti, preparati, l'indomani che arrivi, seratona !!!!! LOL". Non appena le dico di che si trattava, lei mi risponde "Ok, ma devo drogarmi o ubriacarmi prima!!!". Decidiamo di optare per l'alcol. Era più semplice.

Ma arrivate davanti al locale, temporeggiamo. A dire il vero io ero abbastanza convinta. Una volta presa una decisione, io la porto sempre avanti. Insomma, alla fine entriamo. E ci fanno pure lo sconto.
Il locale, per la cronaca, è una discoteca o giù di lì. Solo il venerdì, ospitano questo tipo di spettacolo. Con orari da bimbe, aggiungo: dalle 20 alle 22. Dopo era una serata normale, con alcol e musica.
Non appena sono entrata, è cominciata la mia infinita serie di "Oh Mio Dio", con la variante "Oh My God".

La nostra attenzione fu subito catturata dalla grandezza del locale ....
Sì vabbè come no ...
Comunque sì, anche, dai. Solo che non appena siamo entrate, ci siamo trovate davanti un certo numero di bei ragazzoni, vestiti solo dei loro pantaloni neri, polsini bianchi, colletto di camicia, bianco anch'esso e farfallino nero.

E questo quello che abbiamo visto.
Già ste due cose messe lì, mi inquietavano giusto un po' ....

Uno dei camerieri, col quale poi abbiamo interagito, intento a messaggiare, a inizio serata.

Le comode "sedute"





Il mio Cuba libre appena arrivato


 I divanetti, che vedete, non erano affatto comodi. O forse lo erano fin troppo: erano letti !!!!
"Martina, sta cosa dovrebbe preoccuparci?"
Intanto,  il nostro cameriere ci ha fatto accomodare al tavolo, o a quello che era.
Lui era un cioccolatino fondente niente male.

Decidiamo di entrare subito nel mood della serata ordinando due Cuba Libre.
Che poi, per me, si rivelò essere una pessima idea, visto che sono del tutto "Analcolica", come mi piace definirmi. E' più simpatico che dire "No grazie, sono astemia".
Il cameriere era arrivato anche con lo scontrino.
A quel punto sento una delle tante esclamazioni di Martina, che mi ha fatto dapprima sbellicare dalle risate, e dopo ... un po' meno.
Mi porge lo scontrino: Trentasette Dollari. Eh sì era meglio ridere.

Il locale non era pienissimo, c'erano solo pochi gruppetti di femmine qua e là, con una certa distanza tra loro. Come per marcare il territorio: "Da qui a lì è nostro!".

Lo spettacolo non era ancora cominciato, io non ero arrivata neanche a metà cocktail, che già i miei freni inibitori avevano ceduto parecchio.
Sul tavolino oltre ai nostri bicchieri, come la serata richiedeva, vi erano sparse anche alcune banconote da un dollaro, che da lì a poco avrebbero fatto una fine ''gloriosa''.
Grazie a questa serata, non le ho più guardate con tanta leggerezza, e senza pensare a dove potevano essere state la sera prima.


Le luci si concentrano sullo stage, parte la musica, e si comincia.
Da qui in poi dovrei scrivere chiedendo la collaborazione della mia compagna di avventure.
Il livello dell'alcol che scendeva nel mio bicchiere, era inversamente proporzionale al livello di ubriacatura che saliva nel mio organismo.


Diversi bei ragazzotti, anche se il più giovane poteva avere almeno 38 anni, ballavano e cominciavano a togliersi i vestiti, e tutte le femmine urlavano come ossesse.
A dire il vero questo spettacolino era stato preceduto da quello che facevano per tutta la sera i camerieri, passando da ogni tavolo, con strusciamenti vari, seguiti dalle immancabili banconote da un dollaro, sapientemente fatte scivolare nei loro pantaloni. In un punto qualunque dei loro pantaloni.
Ma ovviamente loro sapevano dove andare e cosa fare, a seconda del tavolo di ragazze. Infatti il nostro cameriere, con noi era gentilissimo e non si è affatto spinto oltre. Anzi, dopo l'ennesima volta che passava per chiederci se andasse tutto bene, quando il mio tasso alcolico era a buon punto e gli ho detto ridendo: ''Sono ubriaca", lui guardandomi mi ha detto "Sono preoccupato per te". E poi mi ha portato un bicchiere d'acqua.

Comunque lo spettacolo sullo stage proseguiva. Ad ogni scenetta con balletto, veniva portata una ragazza, compiacente e perfettamente al corrente di quello che le sarebbe successo.
Veniva toccata dappertutto e oltre ... e loro si facevano toccare a loro volta.
Se potessi contare quanti ''Ommiodio'' ho detto ridendo e buttandomi sui cuscini del divano.

Giusto per la cronaca, non erano degli OMG da finta suorina offesa. Ero abbastanza incredula, non essendo mai stata ad uno di questi show, e complice l'alcol, mi causa ilarità mista a stupore.

Quindi noi eravamo le più ''normali'' in quel contesto, dicevamo.
Io, non riuscendo ad attirare a sufficienza l'attenzione dei baldi giovani, che una volta finito il loro numero sullo stage, passavano tra il pubblico per distribuire baci e ricevere in cambio denaro, facevo affidamento sui due gruppetti di donne ai nostri lati. Le quali mi sembravamo avere anche troppa dimestichezza con la cosa.

Bastava sventolare il caro vecchio George Washington, ed ecco fatto, materializzarsi difronte a me uno di questi Stripper, lasciatemelo dire e fidatevi perché io ero là, dal fisico Perfetto, asciutto e marmoreo.
Prima ho visto come si faceva, come facevano le ''Maestre" al mio fianco.
"Ok Anna, vedi, è semplice. Prendi il dollaro, lo appoggi sul loro sterno con tutta la mano e lo fai lentamente scivolare fino al bordo dei loro costumi. Semplice no? E non devi necessariamente soffermarti e dare una controllatina al pacco come fanno loro".
Ma non appena uno di questi esemplari, alto, molto alto e imponente e soprattutto mezzo nudo e unto, mi si è presentato davanti, ho potuto solo mettere delicatamente il mio dollaro sul suo fianco, toccandolo appena.
Ecco tutto qua.
Ho deluso le vostre  aspettative ? E comunque è andata davvero così.
Mi sa che ho deluso anche la mia dea interiore.
Sarà per la prossima volta.


Anche se c'è stato un momento durante lo show in cui mi sono trovata coinvolta mio malgrado.
Dicevo dei camerieri che giravano tranquillamente, facendosi palpare, per ricevere ovviamente una ricompensa per aver mostrato le proprie grazie.
Arriva al nostro tavolo un ragazzo brasiliano e comincia a parlare con noi. Si fa anche un paio di foto, con le quali credo che potrei essere ricattata dalla mia amica (LOL). Dopo di che, mi prende la mano e se la struscia sul tutto il petto. Non so quante ore passa questo ragazzo in palestra, ma sono ore ben spese. I suoi pettorali aveano la consistenza del marmo.
Così prendo un dollaro e come sempre cerco di metterlo sul suo fianco. Ma lui mi prende la mano e la sposta centralmente, e la fa scivolare dentro i suoi pantaloni.
Non fatevi partire film mentali. Non appena ho intuito il suo gesto, l'ho tolta prima che potessi toccare i suoi gioielli di famiglia.

Le tipe accanto a noi ci avranno preso per Suore in gita mi sa.
Una di queste aveva una maglia a V e bene ha pensato di mettersi una manciata di dollari nella scollatura, sapientemente incastrati col reggiseno.
Il ''Manzo" di turno arriva e se li prende strusciandogli la faccia "All over" e anche ravanando con le mani. Alè.

Ma la parte più, diciamo spinta, doveva ancora arrivare.
La conclusione dello spettacolo, prevedeva uno strip "one on one", alla modica cifra di 10 dollari, offerta fissa.
Sullo stage avevano  messo uno svariato numero di sedie e invitato le donne del pubblico a sedersi lì.
Ho visto la processione.
Tutte sedute lì e con davanti a loro uno stripper che si spogliava solo per loro.
Ma non era tutto, non si spogliava soltanto, aveva anche licenza di toccare e farsi toccare.. Ovviamente non si spogliava completamente, nessuno di loro lo ha mai fatto. In poche occasioni avevano il perizoma e veniva quasi sempre coperto da un normalissimo costume slip. Insomma, erano dei bei ragazzi in costume da bagno.

Intanto io avevo finito, per la prima volta nella mia vita, tutto il mio Cuba Libre.
Avrei tanto voluto trovare il pulsante per far smettere di girare il locale, o quantomeno ridurne la velocità.
Guardo alla mia sinistra. Oltre a noi, era rimasta nei divanetti un'altra ragazza.
Stavo per dire "Oh guarda, un'altra come noi", quando arriva difronte a lei uno di quelli che aveva finito il suo numero con un'altra ragazza e gli si piazza proprio in mezzo alle gambe.
Non c'è bisogno che continui.

Con notevole difficoltà ambulatoria, decido di andare in bagno a quel punto. Non era più uno spettacolo da guardare, mi sentivo anche di troppo mentre tutti si davano da fare.
Ovviamente il bagno lo avevano posto al piano di sopra, in cima ad una scala che sembra essere lì per farmi un dispetto e ripetendo a chiunque incrociavo, vedendomi barcollare "I'm Drunk".

Quando scendo, per fortuna l'orgia era finita e tutte le avventrici, i ballerini e camerieri erano nella zona bar. Vestiti. In comode tute da ginnastica.

Mi si avvicina una tipa dicendomi che dovevo bere acqua e che così mi sarei sentita meglio. E mentre lo diceva sembrava anche davvero preoccuparsi per me. Quasi me lo portava lei.
Con Martina ci guardiamo, guardiamo lei e scoppiamo a ridere. Era la stessa tipa che, qualche minuto prima, in posizione ginecologia, si stava intrattenendo con uno degli stripper.

Intanto parlavamo con uno dei ballerini. L'Italiano. Ci ha raccontato di come era arrivato a Los Angeles, di quanto guadagnava in media (taaaaanto), e della disastrosa situazione politica in Italia. Con lui abbiamo toccato il nostro momento di massima autostima quando ci ha detto: "Ma voi eravate dentro a guardare lo spettacolo?" E io avrei tanto voluto dirgli: "Certo che eravamo dentro, e ti ho pure infilato una banconota nelle mutande !!!"
Ci ha poi raggiunti un altro di loro che parlava italiano e che è stato parecchio famoso dalle nostre parti, per essere stato uno dei "California Dream Men", diverse primavere fa, quando era più giovane, nonché fidanzato storico di Rosita Celentano. Ovviamente queste informazioni le ho apprese solo dopo avere fatto una pessima figura, non conoscendole. E gli ho pure detto "Ah comunque parli bene l'italiano".
Praticamente ha fatto questo mestiere per tutta la vita, come gli altri del resto, non essendo nessuno giovanissimo, come ho già detto. Non solo un'attività fatta a 20 anni, spinti da incoscienza donne e denaro facili.

Facendo un bilancio della serata, è andata bene. ci siamo divertite e abbiamo riso tantissimo.
Ma le mie aspettative erano piuttosto alte e per alcuni versi sono state disattese.
Mi spiego meglio. Come unico termine di paragone, avevo il film "Magic Mike", con quel Semi Dio che risponde al nome di Channing Tatum. La Perfezione. Bellissimo dal punto di vista fisico, Ballerino Eccezionale e Ottimo Attore. Come si muove Lui in Magic Mike, nessuno mai. Non ha rivali davvero.
Loro erano bravi sì, ma non erano Lui.

Cose che ho imparato:
Bere Mai Più !!!!
Quando sono brilla, parlo inglese meglio che quando sono sobria !

sabato 8 novembre 2014

Il Mio Movimentato Rientro

E così anche questa volta sono tornata.
Anche questa volta la vacanza è finita.
Solo le cose negative a quanto pare sono infinite, per tutto il resto ... c'è una scadenza.
Che dire, queste poche settimane sono davvero volate.
Sono stati giorni leggeri, spensierati e fatti di risate, tante risate, tante prime volte, ma anche di tante consapevolezze.
Come ad esempio, quanto sia difficile, ma davvero difficile, riuscire a trasferirsi lì, come dico io ''For Good", che poi non significa altro che "Per Sempre" e nel miglior modo.

Allora. Qui fa freddo e piove. E' tutto grigio.
E' arrivato il mio tanto odiato inverno.
Niente più sole e giornate azzurre.
Niente palme e cieli aperti.
Niente tramonti, niente Oceano. Insomma, niente di niente
La gente è scortese, arrogante, presuntuosa, maleducata e sempre di pessimo umore.
Nessuno sorride o ringrazia.
Sono ancora sotto jet-lag.
In aeroporto, dopo una vana attesa al nastro bagagli, mi sono accorta che la mia valigia aveva deciso di prolungare la vacanza. A Parigi per l'esattezza. Città che non amo particolarmente. Come i suoi abitanti e la sua lingua del resto. Salvo solo l'Air France. Ottima compagnia aerea.
Per fortuna, all'Ufficio Lost and Found, mi dicono di averla rintracciata e che è in arrivo con uno dei prossimi voli.
Beh, dopo 6 volte a Los Angeles e viaggi vari, doveva pur succedere.
No, non secondo la legge delle probabilità, ma secondo quella di Murphy !!!

Ma questa è sola la punta dell'Iceberg di "Una serie di sfortunati eventi".
A casa, tirando lo sciacquone, mi accorgo che il tubo del water perde.
Per fortuna non tantissimo e, per la cronaca, acqua pulita.
La corda della serranda del balcone-veranda della mia cucina si è improvvisamente e inspiegabilmente rotta e non la faceva salire più.
Bene.
Prima di dedicarmi a doccia e shampoo, decido di andare giù e mettere in moto il mio scooter.
Per fortuna Beo era Ok.
Quindi Nutella (consolatoria sempre) ed è tempo di ninne.

La mia sveglia, alle 7 di mattina, mi catapulta subito nella mia realtà.
Una volta uscita da casa, dopo qualche chilometro e diverse volte che Beo si spegneva,  mi abbandona definitivamente.
Lo parcheggio tra due macchine, lo chiudo alla bella e meglio, e prendo un bus.
Ahhhhhh i ricordi cominciano ad assalirmi. Le mie giornate passate ad LA, su bus e metro.
Ovviamente salgo dalla parte dell'autista. Sbagliato. Almeno qui.
Lui è blindato dietro a una lastra di plexiglas. Viene in  automatico salutarlo. Ma lui manco si volta. Altrettanto in automatico, cerco con gli occhi, senza trovala, ovviamente, la macchinetta dove appoggiare la ''Tap Card", che qui si chiama invece obliteratrice e che si trova a metà bus.
Do' uno sguardo sommario. Tutte persone normalissime, non disturbate come a Los Angeles. Però tutti con i visi lunghi e incaxxati di prima mattina.
Mi sembra così piccolo, una scatoletta.
Una misera fila di sedili per lato.
Lì ce ne sono due per lato e lo spazio centrale è anche più grande. Inoltre ci sono anche dei mini televisori per allietare le ore da passare.
Ebbene sì ore.
Miracolosamente arrivo in orario in ufficio, ma il mio PC non andava. E ci sono voluti 20 minuti per farlo funzionare.
I due giorni successivi, li ho impegnati a far riparare tutto e a recuperare la valigia.
Adesso, accuso la stanchezza e la consapevolezza del luogo in cui mi trovo.
E non mi piace.